C'è pane, e pane...


Vi domanderete che c'entra il pane con i miei lavori. C'entra, se avete la pazienza di leggere due righe ve lo spiego.
Sono come molti di noi vittima della pubblicità, del marketing, il supermercato per il mio portafoglio è deleterio, mi manca sempre tutto...
Carrelli pieni, spesso di troppo cibo, costretta poi a cuocere e congelare... Prima accadeva spesso, adesso sono più attenta...
Oggi però, mentre ero a far la spesa, mi sono sorpresa di me, per la prima volta ho saltato il reparto forno, il profumo della panetteria non mi ha stregato come al solito, anzi nemmeno mi sono soffermata. 
Perché?
No, nessuna dieta, ma ben altro, il mio pane...
Sì, ho iniziato a fare il pane con la pasta madre e farine nostrali, integrali, antiche, insomma buone. Ed è tutto un'altro mondo.
Certo, ci vuole tempo per prepararlo, non tutti lo hanno, ma lo vendono il pane buono, quello di una volta. Vi sono i fornai che lavorano per noi con coscienza, artigiani dotati di maestria ed esperienza, valorizziamoli, aiutiamoli e consumiamo le loro cose.
Fermarsi al prodotto industriale, sicuramente ottimo in molte occasioni, limita però la nostra possibilità di vivere meglio, oltre ad un sacco di cose che non sto ad elencare e di cui avrete sentito parlare spesso.
Non finiamo vittime del dozzinale, del fatto in serie, ogni tanto prendiamoci una boccata di roba buona, ti cose fatte bene, ci guadagna il nostro spirito oltre che il fisico.
Tutto questo per rimarcare la mia filosofia, di vita e lavorativa. 
I prodotti che faccio non hanno la confezione del capo industriale, ma ovviamente sono sartoriali, e se devo rifare un capo d'abbigliamento, difficilmente verrà come il primo, sarà diverso, ma vuoi mettere la qualità, l'attenzione nel fare quella cosa, l'energia buona che vi risiede, perché fatto con amore e passione.
Sono belli i capi delle varie aziende da bambini, non lo nego, ma ci sarà mai dentro quel l'unicità è quella passione che ci mettiamo noi artigiane?
A voi la risposta.

Mary.dp

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